Rodolfo Ceccotti, Pino a Baratti, pastello e grafite su carta

Pino a Baratti

Un pino solitario, storto e in parte rinsecchito, pare resistere agli assalti dei venti e della calura estiva in uno strenuo tentativo di sopravvivenza. Attraverso elementi della natura descritti nella loro verosimigliante tipicità, il pittore propone personali emozioni e meditazioni di sapore leopardiano.

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Rodolfo Ceccotti, La cipressa ferita

La cipressa ferita

Il tema dell’albero colpito violentemente dal fulmine, vivo sia pur mutilato, assume il valore emblematico dell’ esistenza umana , spesso ferita mortalmente, ma non annientata: l’uso del bianco-nero connesso alla tecnica incisoria conferisce particolare drammaticità all’immagine realistica.

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Rodolfo Ceccotti, La cipressa ferita con la luna

La cipressa ferita con la luna

La pallida luna riflette la sua fredda luce su una cipressa capitozzata, isolata in una campagna pianeggiante: i colori e gli aspetti paesaggistici propri della Maremma vengono interpretati dall’artista con un sentimento affettuoso per la natura che rimanda al panteismo della poetica romantica. 

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Rodolfo Ceccotti, Cielo di Maremma

Cielo di Maremma

Maestro nelle varie tecniche dell’arte incisoria, con l’uso dell’emozionante bianco-nero Rodolfo Ceccotti realizza visioni grandiose di cieli amplissimi su bassi orizzonti, percorsi da nubi sempre diverse, minacciose o benevole, sospinte da venti forti come quelli che spirano sul golfo di Populonia, luogo da lui prediletto per cogliere la poesia del

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Rodolfo Ceccotti, Al largo il fulmine illumina Cerboli

Al largo il fulmine illumina Cerboli

Il pittore si accosta alla poetica del “terribile” cara al romanticismo nel presentare uno spettacolo naturale violento, spaventoso e ammaliante nello stesso tempo. Le spesse nubi scure su un mare pure buio sono squarciate dal filo di luce zigzagante che appare come un possente artiglio allungato da una divinità onnipossente. 

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Vittorio Granchi, L’Ombrone a Monte Antico

L’Ombrone a Monte Antico

Il prediletto paesaggio fluviale compone una visione equilibrata e armoniosa memore della poetica lezione di Corot: il fiume Ombrone era caro al Granchi dagli anni Trenta, quando, con i colleghi della Soprintendenza alle Gallerie, vi andava a pescare per lunghe ore di silenzio e concentrazione e queste felici memorie paiono

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Vittorio Granchi - Il castello di Arcidosso al tramonto

Il castello di Arcidosso al tramonto

L’intonazione rosa-arancio che illumina il cielo si riverbera sul paesaggio amiatino e avvolge in una calda atmosfera la severa struttura del castello alto sul colle. Come in molti altri dipinti realizzati dal vero durante le giornate estive, il pittore esprime la sua partecipazione affettuosa agli spettacoli della natura, sempre diversi

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Vittorio Granchi , Lungo l’Ente. Il ponte sotto Montegiovi

Lungo l’Ente. Il ponte sotto Montegiovi

I paesaggi fluviali sono tra i prediletti del pittore, emozionato dal rapido correre dei torrenti montani tra grossi massi e fresche rive ombrose. In questo caso il dipinto assume anche valore storico e documentario poiché attualmente la vegetazione ha invaso la struttura, già depredata di pietre e materiali riutilizzabili.

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Vittorio Granchi, Luci e ombre tra i castagni (Amiata)

Luci e ombre tra i castagni (Amiata)

La luce estiva filtra attraverso le chiome folte dei castagni che ombreggiano il declivio: il variare dei verdi crea un’atmosfera fresca in cui si muovono, quasi danzando, la moglie e il figlio bambino, a completare, con la loro presenza, la felicità del pittore.

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Vittorio Granchi, Gli olivi di Seggiano

Gli olivi di Seggiano

Il pittore amava passeggiare nella zona amiatina alla ricerca di vedute a lui consentanee; si fermava, allora, e dipingeva sul cavalletto dal vero fissando sulla tela la fugacità di momenti luminosi e l’emozione personale avvertita.

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