Polo Culturale Pietro Aldi

Ritratto di Apollonia Cinotti

La giovane donna effigiata nella grande tela è Apollonia Cinotti, discendente da un’ aristocratica famiglia di Siena, dal 9 settembre 1869 moglie di Ciro Aldi Mai, cugino di Pietro: l’opportunità di farle un importante ritratto, non sappiamo se commissionato od offerto, fu sentita dal pittore come occasione di affermazione professionale, tanto da firmare vistosamente l’opera, aggiungendo alla data la scritta «Manciano- Roma» come a sottolineare con orgoglio la sua stessa biografia, nel 1876 già definitivamente trapiantata nella capitale grazie al godimento della borsa di studio vinta due anni prima presso l’Istituto delle Pie Disposizioni di Siena. Da notare come segno di raggiunta maestria l’attenta resa dei diversi materiali tessili che si fondono nel dipinto, dalla seta ai nastri ed alla veletta dell’abito sartoriale all’ultima moda, ai rivestimenti della poltrona e del tavolino, oltre alla tappezzeria ed al tappeto: un collage di materiali e motivi ornamentali diversi, riprodotti con assoluta veridicità per affermare l’autorevolezza di una figura rappresentata senza abbellimenti o allegorie, ma sapendone indicare la vivacità di spirito e l’ironico sguardo sulla sua stessa persona.

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Pietro Aldi

Manciano, 12 luglio 1852 – 18 maggio 1888

Nato da agiati proprietari terrieri, nel 1864 Pietro Aldi si iscrive all’Istituto di Belle Arti di Siena, guidato da Luigi Mussini. Vince il concorso triennale del 1873 e l’anno successivo, con La sconfitta di Corradino di Svevia a Tagliacozzo, ottiene il premio Biringucci della Società di Esecutori di Pie Disposizioni di Siena, che gli permette di recarsi a studiare a Venezia, Firenze e Roma, dove lavora con Cesare Maccari. Nel 1876 invia a Siena L’adultera come saggio di studio, ma ai primi dell’anno seguente è costretto a rientrare a Manciano per problemi di salute che, purtroppo, diventeranno frequenti.

Nel 1878 presenta a Roma il Buoso da Doara, che ottiene grande successo; nel 1880 esegue il quadro San Paolo della Croce che riceve dalla Vergine e dal Bambino l’ispirazione di fondare quel cenobio per il convento dei Padri Passionisti di Monte Argentario. Allo stesso anno risale I funerali di Pompeo Magno, esposto a Torino nell’81, e nel 1883 partecipa alla Mostra internazionale di Roma con Le ultime ore della libertà senese, che ottiene un notevole apprezzamento critico; nello stesso anno, nel Cimitero della Misericordia di Siena, affresca gli Angeli intercessori nella cappella Pollini e la Carità nella cappella Franci. L’anno successivo esegue il S. Giuseppe con Gesù Bambino per la chiesa di San Nicola a Sorano e porta a termine i due grandi quadri per la Cattedrale di Pitigliano con momenti salienti della vita di Gregorio VII.

Nel 1886 dipinge nella Sala Monumentale del Palazzo Pubblico di Siena le scene dell’ Incontro di Vignale ed il celeberrimo Incontro di Teano; due anni dopo presenta Il trionfo di Giuditta, un’opera di grandi dimensioni (ora Roma, Musei Vaticani); contemporaneamente inizia la tela con Nerone che contempla l’incendio di Roma, da inviare all’Esposizione Internazionale di Parigi dell’89, che rimane incompiuta.