Polo Culturale Pietro Aldi

Studi per il dipinto Il trionfo di Giuditta

Questa bella tela propone i molti studi eseguiti dall’Aldi per realizzare le fisionomie degli ebrei che assistono al Trionfo di Giuditta nel dipinto presentato nel 1887 a Siena e l’anno seguente all’Esposizione Vaticana, dove fu premiato con la medaglia d’oro (ora conservato nei Musei Vaticani). In alcune delle teste è riconoscibile il volto di Leonardo Coretti, un concittadino di Manciano appartenente ad una famiglia nota per l’attaccamento al mondo della chiesa e per la condotta caritatevole e misericordiosa, in tutto ispirata al Vangelo, come notava Lilio Niccolai (L. Niccolai, Il ritratto nell’opera di Pietro Aldi in Marziali 1988, p. 59) nel commento al Ritratto di Leonardo Coretti presente nella collezione del Polo Aldi (inv. n. 21): l’aspetto spirituale del suo volto e la conosciuta fede religiosa lo rendono modello ideale per uno dei vecchi ebrei che inneggiano all’eroina sulla sinistra della grande tela.

L’opera è di particolare importanza per rappresentare il metodo di lavoro seguito dal pittore: egli partiva da attenti studi dal vero che risolveva in bozzetti veloci, con una pittura a macchia che costruisce con immediatezza, fermando i dettagli necessari ad esprimere il carattere del soggetto ed in questo caso i molti ritratti riuniti in una unica superficie gli sono utili per valutare anche gli accostamenti cromatici da tenere nell’opera finale, dove i personaggi sono tanti, vicini fra loro, con un effetto di calca già suggerito da questi studi. Infatti, i vari commentatori della Giuditta furono concordi nell’ammirare la perfetta armonia dei colori e la suggestiva atmosfera evocata in questo scorcio d’Oriente biblico, in cui vengono evitati gli aspetti macabri e terribili preferiti dai tanti pittori caravaggeschi che trattano il tema, per esaltare la solennità del trionfo voluto da Dio e da Lui benedetto e, dunque, confermare la grandezza della Chiesa nei secoli, secondo il preciso desiderio del pontefice (vedi F. Petrucci, Gli ultimi lavori, in Pietro Aldi pittore 2019, pp. 136-137).

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Pietro Aldi

Manciano, 12 luglio 1852 – 18 maggio 1888

Nato da agiati proprietari terrieri, nel 1864 Pietro Aldi si iscrive all’Istituto di Belle Arti di Siena, guidato da Luigi Mussini. Vince il concorso triennale del 1873 e l’anno successivo, con La sconfitta di Corradino di Svevia a Tagliacozzo, ottiene il premio Biringucci della Società di Esecutori di Pie Disposizioni di Siena, che gli permette di recarsi a studiare a Venezia, Firenze e Roma, dove lavora con Cesare Maccari. Nel 1876 invia a Siena L’adultera come saggio di studio, ma ai primi dell’anno seguente è costretto a rientrare a Manciano per problemi di salute che, purtroppo, diventeranno frequenti.

Nel 1878 presenta a Roma il Buoso da Doara, che ottiene grande successo; nel 1880 esegue il quadro San Paolo della Croce che riceve dalla Vergine e dal Bambino l’ispirazione di fondare quel cenobio per il convento dei Padri Passionisti di Monte Argentario. Allo stesso anno risale I funerali di Pompeo Magno, esposto a Torino nell’81, e nel 1883 partecipa alla Mostra internazionale di Roma con Le ultime ore della libertà senese, che ottiene un notevole apprezzamento critico; nello stesso anno, nel Cimitero della Misericordia di Siena, affresca gli Angeli intercessori nella cappella Pollini e la Carità nella cappella Franci. L’anno successivo esegue il S. Giuseppe con Gesù Bambino per la chiesa di San Nicola a Sorano e porta a termine i due grandi quadri per la Cattedrale di Pitigliano con momenti salienti della vita di Gregorio VII.

Nel 1886 dipinge nella Sala Monumentale del Palazzo Pubblico di Siena le scene dell’ Incontro di Vignale ed il celeberrimo Incontro di Teano; due anni dopo presenta Il trionfo di Giuditta, un’opera di grandi dimensioni (ora Roma, Musei Vaticani); contemporaneamente inizia la tela con Nerone che contempla l’incendio di Roma, da inviare all’Esposizione Internazionale di Parigi dell’89, che rimane incompiuta.