Polo Culturale Pietro Aldi

Golfo di Napoli col Vesuvio

Nel 1880 Pietro Aldi trascorse un lungo periodo a Napoli, durante il quale eseguì numerosi disegni e piccoli paesaggi ad olio su tavolette di compensato che fermavano la luminosità dell’ambiente e la vitale calorosità dei suoi abitanti (vd. qui scheda, pp. 72-73). Sono immagini, come queste, di grande solarità e di tagli paesistici affermati da secoli nella tradizione partenopea, a cui il pittore accosta studi di decorazioni pompeiane (Inv. Polo Aldi n. 9), così da attestare il suo atteggiamento di studio e ricerca costante, senza finalità pratiche ed immediate, ma con il piacere di fermare su un foglio o sulla tela sollecitanti immagini e tessiture nuove. L’immersione nei colori atmosferici del Meridione, già studiati in questi dipinti, sembra ispirare gli effetti di luce spettacolari che il pittore realizza nei Funerali di Pompeo Magno, grande tela esposta a Torino l’anno successivo, di cui si ignora l’attuale collocazione.

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Pietro Aldi

Manciano, 12 luglio 1852 – 18 maggio 1888

Nato da agiati proprietari terrieri, nel 1864 Pietro Aldi si iscrive all’Istituto di Belle Arti di Siena, guidato da Luigi Mussini. Vince il concorso triennale del 1873 e l’anno successivo, con La sconfitta di Corradino di Svevia a Tagliacozzo, ottiene il premio Biringucci della Società di Esecutori di Pie Disposizioni di Siena, che gli permette di recarsi a studiare a Venezia, Firenze e Roma, dove lavora con Cesare Maccari. Nel 1876 invia a Siena L’adultera come saggio di studio, ma ai primi dell’anno seguente è costretto a rientrare a Manciano per problemi di salute che, purtroppo, diventeranno frequenti.

Nel 1878 presenta a Roma il Buoso da Doara, che ottiene grande successo; nel 1880 esegue il quadro San Paolo della Croce che riceve dalla Vergine e dal Bambino l’ispirazione di fondare quel cenobio per il convento dei Padri Passionisti di Monte Argentario. Allo stesso anno risale I funerali di Pompeo Magno, esposto a Torino nell’81, e nel 1883 partecipa alla Mostra internazionale di Roma con Le ultime ore della libertà senese, che ottiene un notevole apprezzamento critico; nello stesso anno, nel Cimitero della Misericordia di Siena, affresca gli Angeli intercessori nella cappella Pollini e la Carità nella cappella Franci. L’anno successivo esegue il S. Giuseppe con Gesù Bambino per la chiesa di San Nicola a Sorano e porta a termine i due grandi quadri per la Cattedrale di Pitigliano con momenti salienti della vita di Gregorio VII.

Nel 1886 dipinge nella Sala Monumentale del Palazzo Pubblico di Siena le scene dell’ Incontro di Vignale ed il celeberrimo Incontro di Teano; due anni dopo presenta Il trionfo di Giuditta, un’opera di grandi dimensioni (ora Roma, Musei Vaticani); contemporaneamente inizia la tela con Nerone che contempla l’incendio di Roma, da inviare all’Esposizione Internazionale di Parigi dell’89, che rimane incompiuta.